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7/06/2012

il Museo delle cere - Ameno 6-7 luglio 2012




Fluida, malleabile, sensibile al calore, la cera rappresenta un ottimo modello di adattamento, di reattività, e di comportamento proattivo nei confronti delle situazioni di ogni giorno.
Perciò A.N.D. intende partecipare al museo diffuso con un museo che può essere, in funzione degli interlocutori, fuso, confuso e persino sfuso, senza negarsi la possibilità di utilizzare questi diversi stati fisici in contemporanea o con lievi sfalsamenti temporali.

Attraverso l'insistente mutabilità della cera e i suoi stati di alterazione, possiamo esplorare la condizione dei corpi, l'entropia e la produzione e dispersione del calore attraverso la forma e conservarla per sempre.
Il Museo della Cera è quindi dedicato al rapporto tra trasformazione e persistenza, tra fluidità e rigore, tra futuro e memoria.

And (Ameno, 6-7 luglio 2012)
(Alessandro Altini, Maria Feller, Marta Geroldi, Luisa Giovenzana, Alessandro Rocca)

7/17/2011

A.N.D. - theworldwithoutus




Installazione performance nel giardino di villa Obicini “Paesaggi mirati”, Ameno, 2 luglio 2011 - una produzione A.N.D. 2011 - Alessandro Altini, Maria Feller, Marta Geroldi, Luisa Giovenzana, Alessandro Rocca


foto Giulia Tosi 
foto Giorgio Caione


La stanza è disabitata. O, piuttosto, è occupata solo da un animale, in modo consapevole ma indifferente. Gli oggetti dell’uomo, le tracce superstiti, sono una memoria culturale e storica a cui la capra non è per niente interessata. Le sue funzioni vitali, la sua sicurezza possono trovare ricovero anche qui, tra i residui abbandonati di un habitat umano. Quello che avanza, che l’uomo lascia, è un Terzo paesaggio di cui la natura si riappropria. Le centrali esplose e per sempre radiottive di Chernobyl e Fukushima campeggiano nella nostra coscienza come due happening terribili e straordinari. Polvere sei e polvere tornerai, dicono le scritture, ma oltre alla polvere c’è altro, c’è lo spettacolo spaventoso e meraviglioso della natura, anch’essa contaminata e mutante, che vive e trasforma i resti dell’uomo. Il sublime contemporaneo trova nelle centrali atomiche abbandonate l’esperienza più compiuta. In questi luoghi di abbandono e di morte la vita in sé, il puro atto di respirare, di scambiare calore, di lasciare un’impronta sulla polvere, condensa la forza dell’incontro tra la vita e la morte. C’è quindi un erotismo radioattivo che alimenta un turismo di massa, milioni di visitatori sui test-site americani e nel Pacifico; un culto della radioattività che prolifera, nella blogsfera e su youtube, come una polvere finissima che si insinua dappertutto e cambia il colore e il sapore di ogni cosa.

foto Giulia Tosi 

7/05/2011

Sandra interpreta theworldwithoutus



La stanza è disabitata. O, piuttosto, è occupata solo da un animale, in modo consapevole ma indifferente. Gli oggetti dell’uomo, le tracce superstiti, sono una memoria culturale e storica a cui la capra non è per niente interessata.